La cultura digitale è il nuovo motore del mondo, anche se qui in Italia siamo ai primi stadi di esplorazione. Ad esempio basti pensare a quanti sono i giovani che, per la loro ricerca di lavoro, non tengono in dovuta considerazione il fatto che la loro reputazione digitale può diventare molto influente, da questo punto di vista.
Prendiamo ad esempio in considerazione questo articolo https://www.workengo.it/identita-digitale-e-reputazione-scopri-come-gestirla/.
Mostra l’importanza della reputazione digitale per chi sta cercando attivamente lavoro, soffermandosi su alcuni punti in particolare.
Innanzitutto i moderni selezionatori del personale sono tutti presenti sul web. Il controllo del web, associato all’esame del curriculum, è ormai all’ordine del giorno. Si studia il network di amicizie che si hanno, il tono dei commenti, i tratti della personalità che possono emergere da alcune discussioni.
In secondo luogo, i recruiters utilizzano Linkedin prima di ogni altro profilo social. Per tale motivo, oltre ad evitare social in cui pubblichi contenuti poco maturi e imbarazzanti, pensa a realizzare subito un profilo professionale su Linkedin.
Purtroppo la percentuale di selezionatori che scartano il cv di un candidato a causa della sua dubbia reputazione digitale supera il 44%. Motivo per cui è bene utilizzare sempre i social network pensando che c’è qualcuno che li osserva dal punto di vista della maturità professionale e non ama la goliardia o foto compromettenti.
Infine l’ultimo consiglio importante da tenere a mente è che la tendenza nella selezione del personale si sta muovendo verso una precisa direzione. Infatti, dal momento che la disponibilità di disoccupati è elevata purtroppo, i recruiters non osservano chi è in cerca di lavoro ma la loro attenzione ricade su chi è in grado di farsi notare. Questo rientra nell’ambito di competenza del personal branding ovvero della promozione di sé online, che sfrutta tecniche e strategie digitali ben definite per raggiungere i risultati migliori.